Area
di produzione - interessa i comuni di Agira, Aidone, Assoro,
Calascibetta, Enna, Gagliano Castelferrato, Leonforte, Nicosia,
Nissoria, Piazza Armerina, Regalbuto, Sperlinga, Valguarnera
Caropepe, Villarosa in provincia di Enna e i comuni di Castel di
Iudica, Raddusa e Ramacca in provincia di Catania.
Caratteristiche al consumo - si presenta nella tradizionale
forma rotonda con una pezzatura compresa tra 500 e 1.100 gr
ovvero come mezza pagnotta affettata e possiede le seguenti
caratteristiche sensoriali: 1. crosta dello spessore compreso
tra 3 e 4 mm;
2. tenacità della crosta media;
3. mollica di colore giallo tenue ed alveolatura a grana fine,
compatta ed uniforme;
4. elasticità della mollica (espressa come tempo di recupero del
volume originario una volta rimossa la pressione delle dita)
elevata con recupero veloce e totale;
5. umidità del prodotto non oltre il 38%;
6. mantenimento delle caratteristiche sensoriali (odore, sapore,
freschezza protratte fino a 5 giorni dalla data di produzione).
Metodo di produzione
- è ottenuto mediante il particolare processo di lavorazione che
prevede l'impiego del lievito naturale, della semola rimacinata
di grano duro ottenuto nel territorio precedentemente indicato.
La tecnica agronomica prevista per la produzione del grano duro
prevede la seguente successione di operazioni colturali:
- effettuazione di una lavorazione medio-profonda nel periodo
estivo-autunnale in funzione alla precessione colturale e
all'andamento climatico, seguita da almeno altre due
superficiali allo scopo di rinettare il terreno dalle
infestanti, interrare i concimi distribuiti con la concimazione
di fondo e preparare il letto di semina. Con riferimento al
piano di concimazione, le somministrazioni massime saranno di
120 Kg di N (azoto) ad ettaro e di 100 Kg di P2O5 (fosforo) ad
ettaro. Con riferimento alla gestione del suolo, è vietata la
monosuccessione del frumento duro oltre i due anni. E'
preferibile far seguire a tale cereale una leguminosa da
granella o da foraggio, oppure altre colture o ancora il maggese
nudo. La materia prima utilizzata è la semola rimacinata di
grano duro proveniente dalla molitura del grano duro, prodotto
nell'areale di coltivazione prevista, appartenente alle varietà
Simeto, Duilio, Arcangelo, Mongibello, Ciccio, Colosseo,
presenti per almeno il 70% sul totale dello sfarinato
utilizzato. Il rimanente 30% deve essere comunque rappresentato
da grano duro appartenente alle varietà Amedeo, Appulo, Bronte,
Cannizzo, Cappelli, Creso, Iride, Latino, Norba, Pietrafitta,
Quadrato, Radioso, Rusticano, Sant'Agata, Tresor, Vendetta,
prodotti nell'areale di produzione. Non è consentito miscelare
il grano con altri grani provenienti da altri territori
siciliani non inclusi nell'areale, da altre regioni italiane
ovvero da altre nazioni. Non è ammessa semola derivante da
organismi geneticamente modificati. Il grano duro da impiegare
nel processo di produzione della semola deve provenire da
semente certificata. Il grano duro raccolto nell'areale
delimitato deve essere sottoposto a trattamenti di prepulitura
e, quindi, stoccato in silos e conservato senza l'ausilio di
pesticidi e prodotti chimici di sintesi. La macinazione deve
essere effettuata mediante tecniche e fasi del tutto analoghe a
quelle attualmente in uso nell'areale delimitato. Il grano duro
viene sottoposto a vari trattamenti di pulitura attraverso
passaggi forzati in macchinari che, mediante aspirazione delle
parti più leggere e cernita con vibrosetacci, lo liberano dalle
impurità, da eventuali corpi estranei e dalle cariossidi
striminzite o con peso specifico molto basso. Alla pulitura
seguono due trattamenti di bagnatura alternati da due periodi di
riposo, per complessive ventiquattro ore, per favorire
un'efficace imbibizione della cariosside al fine di agevolare la
svestizione delle parti tegumentali della cariosside ed evitare
la bruciatura delle semole durante la macinazione. L'umidità
massima della cariosside al secondo riposo deve essere del
17,5%. Alla fase della bagnatura segue la macinazione ad opera
dei laminatoi, che provvedono a frantumare le cariossidi e
quindi la cernita dei frammenti ad opera dei setacci dei
plansichter e delle semolatrici che provvedono a deviare i vari
frammenti in altri laminatoi, in base alla granulometria degli
stessi. Il lievito naturale utilizzato per la produzione
deriva da un "lievito madre" opportunamente rinnovato. I rinnovi
si effettuano con la seguente cadenza: ogni ventiquattro ore una
parte di "lievito madre" si impasta con due parti di semola ed
una di acqua al fine di ottenere, dopo dieci minuti di impasto,
una massa dalla quale si ricavano quattro masse lievitanti. Di
queste una verrà utilizzata come "madre", e quindi rinnovata
dopo ventiquattro ore e le rimanenti tre parti verranno aggiunte
negli impasti, come "lievito naturale", dopo almeno cinque ore
di maturazione. Tutti gli ingredienti sopra menzionati (semola,
acqua, lievito naturale e sale) devono rispettare le normative
igienico-sanitarie prescritte dalla legislazione vigente.
L'impasto si effettua a mezzo di un'impastatrice a braccia
tuffanti per un tempo di dodici minuti. L'impasto riposa in
vasca per quindici minuti e quindi si provvede alla formatura
dei pani in pasta di peso di Kg 1,200, con una tolleranza
maggiore o minore di 20 grammi, e di forma sferica che può
avvenire manualmente, ovvero con l'ausilio di macchine
arrotondatrici. Le forme in pasta sono quindi disposte su
pianali aventi una superficie liscia, uniforme, lavabile e
sanificabile al fine di evitare, durante la fase di
lievitazione, contaminazioni indesiderate di lieviti e batteri
ubiquitari che potrebbero alterare il regolare processo di
lievitazione condotto dai lieviti naturali. Raggiunta
l'ottimale lievitazione le forme in pasta entrano nel forno di
cottura, sia esso a legna o a gas, a riscaldamento indiretto.
All'ingresso del forno di cottura le forme in pasta lievitate
sono investite da un getto di vapore sulla superficie per
conferire la particolare colorazione alla crosta. Alla cottura
segue la fase del raffreddamento. Le operazioni di coltivazione
e raccolta del grano e le operazioni di produzione e
confezionamento devono avvenire all'interno dell'areale di
produzione, al fine di garantire la tracciabilità e il controllo
e per non alterare la qualità del prodotto. |