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Dalla Fondazione Qualivita il 1° Atlante completo dei prodotti agroalimentari italiani


Tutte le Dop, IGP e STG d'Italia in settecento pagine


Roma, 23/12/2006
 

Atlante Qualivita"Sulle Dop e sulle classificazioni si possono avere idee diverse ma è sicura l'importanza di questo atlante, in particolare per i consumatori", con queste parole il noto volto dell'informazione televisiva Lamberto Sposini ha aperto la presentazione, tenuta nel parlamentino del Ministero delle Politiche Agricole Ambientali e Forestali, venerdì 15 dicembre, dell'Atlante Qualivita che raccoglie i 156 prodotti agroalimentari italiani protetti da Dop (Denominazione di Origine Protetta), IGP (Indicazione Geografica Protetta) e STC (Specialità Tradizionale Garantita).

A volere fortemente questo volume di settecento e più pagine è stata proprio la Fondazione Qualivita, della quale Sposini fa parte, che ha poi affidato la realizzazione a un gruppo di lavoro sotto il coordinamento editoriale di Mauro Rosati, direttore generale QV, e la supervisione di Luigi Verrini, presidente QV; dei contenuti delle schede si è occupato invece direttamente Roberto Della Casa, docente di Marketing dei Prodotti Agroalimentari all'Università di Bologna. Ma all'ideazione di un atlante di questo tipo ha partecipato in prima persona anche Paolo De Castro, attuale ministro proprio alle Politiche Agricole Ambientali e Forestali e già presidente della fondazione senese attualmente affidata a Verrini, che non è infatti mancato alla presentazione ufficiale del volume apportando un importante contributo alla discussione.
Ancora una volta l'appuntamento, che vede raccolti professionisti dell'informazione specializzati nell'agroalimentare e operatori del settore, è stato un momento utile per capire quali sono le necessità dell'una e dell'altra categoria. Di sicuro per entrambi l'Atlante rappresenta uno strumento utile se non addirittura prezioso in quanto per i giornalisti permette un'agile ricerca delle caratteristiche, dei disciplinari e dei dati economici relativi a ciascun prodotto mentre per i produttori può essere sia fonte di stimolo che di accertamento delle reali potenzialità dei propri prodotti. Il volume si presenta come una sorta di banca dati completa e onnicomprensiva, di facile orientamento al proprio interno e con numerose informazioni supplementari oltre alle semplici definizioni della specialità in sé e della zona di produzione.

Come già accennato in precedenza ognuna delle quasi 160 schede riporta, oltre alle informazioni di base, anche cenni storici, che in alcuni casi possono significare sintesi di tradizioni centenarie, i disciplinari, le fotografie, i loghi e soprattutto una scheda economica, vera invenzione dell'Atlante, in cui suono riportati dati rilevati (quantità, prezzi, commercializzazione prevalente) e potenzialità espresse o da esprimere della zona di produzione. Infine, iniziativa anche questa molto intelligente, una piccola finestra evidenzia due punti di forza e due debolezze del prodotto, mettendo così in luce gli aspetti che andrebbero più velocemente migliorati e quelli sui quali fare affidamento anche per il futuro.

Ovviamente molti sono stati i complimenti per gli ideatori e i realizzatori di un Atlante che è il primo e certamente il più completo in questo campo, che hanno evidenziato anche il felice connubio, che in questo caso è in realtà imprescindibile, tra istituzioni e ambito produttivo. In questo senso è stata ricordata, anche con interventi diretti di alcuni produttori, l'importanza di proteggere i prodotti agroalimentari italiani di qualità, necessità resa in qualche modo più facile con l'Atlante.
Proprio il ministro De Castro si è soffermato sulle "agropiraterie" e sull'importanza dell'estensione dei marchi di qualità nazionali: "In questo senso - ha detto l'ex presidente di Qualivita - uno strumento utile potrebbero essere i ristoratori italiani all'estero. Anche perché in Italia i consumi stanno calando e quindi la nostra sfida è andare all'estero a far conoscere le nostre eccellenze. Certo per farlo è necessario che gli imprenditori scommettano sulle produzioni di qualità ma anche che si migliorino gli aspetti commerciali e organizzativi. Mi auguro - ha concluso il ministro - che questo movimento culturale si traduca in una crescita dei prodotti italiani all'estero, vi assicuro che il mondo vuole comprare italiano".

A rincuorare i presenti e tutti i produttori d'Italia sulle agropiraterie ci ha provato il direttore generale del ministero Laura La Torre, che ha ricordato come il Decreto Legislativo 297 del 1994 preveda sanzioni pesanti per chi tenta di usurpare denominazioni protette. Il problema rimane l'applicazione di queste norme, e l'invito della La Torre a inviare alla Repressione Frodi le etichette che imitano prodotti di qualità censiti e protetti non ha forse chiarito uno dei nodi principali di questo settore.
Sicuramente la cultura dell'agroalimentare è la prima delle necessità, solo da un consumo responsabile, convinto e continuo di prodotti di qualità può generarsi un circolo virtuoso che aiuti lo sviluppo e migliori il rendimento economico di tutto il settore, dai prosciutti di Parma e San Daniele Dop al cappero di Pantelleria IGP, al Pane Casareccio di Genzano IGP o alla classica mozzarella STG. Per arrivare a questo risultato è necessario però anche un perfezionamento della comunicazione al consumatore, da realizzare in diverse fasi secondo la Fondazione Qualivita che ha realizzato anche un Atlante Georeferenziato su internet e un navigatore satellitare contenente informazioni sulle aziende agroalimentari di qualità con vendita al pubblico. Innanzitutto proponendo e distribuendo l'atlante cartaceo nelle scuole, allegato alla promozione dell'ora di educazione alimentare, e poi con la realizzazione di un Osservatorio Socio-Economico che sta studiando l'andamento della filiera produttiva e distributiva del settore. Alcuni dati sono stati resi noti già nella giornata di venerdì, come l'assoluta preminenza del nord nella promozione dell'agroalimentare di qualità sebbene tale risultato sia frutto di due prodotti in particolare, ovvero i prosciutti di Parma e di San Daniele che da soli hanno portato, nel dato provinciale, Parma e Udine ai primi posti della classifica. Dall'Osservatorio è emerso anche il dato sul volume di affari riservato all'agroalimentare di qualità, un mercato da non sottovalutare con i suoi 9,3 miliardi di euro al consumo e i 4,8 di valore alla produzione; attualmente solo il 18% del totale va sui mercati esteri ma, una volta migliorata la percezione che gli stranieri hanno della qualità e delle denominazioni protette, questa quota potrebbe sicuramente aumentare. Presentazione di un volume di grande importanza dunque ma anche appuntamento dal quale sono emerse molte criticità che vanno affrontate immediatamente, cominciando dalle agropiraterie per arrivare al risveglio del sud Italia.

Fabio Ciarla