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Colli Orientali del Friuli - Il Progetto Schioppettino

Riceviamo da parte del:
 Consorzio Colli Orientali del Friuli
 e volentieri pubblichiamo

CONSORZIO TUTELA DENOMINAZIONE ORIGINE VINI

"COLLI ORIENTALI DEL FRIULI"

33043 CIVIDALE DEL FRIULI (UDINE) - VIA G.B. CANDOTTI, 3 - TEL. 0432-730129 FAX 0432-702924

url: www.colliorientali.com e-mail: info@colliorientali.com

 

 

Dopo il Ramandolo un ambito traguardo per un altro grande vino friulano

PICOLIT DOCG ENTRO DUE ANNI:

IMPEGNO DEL CONSORZIO

Entro fine anno verrà portata in assemblea la bozza del disciplinare

 

Arrivare alla D.O.C.G. (Denominazione di Origine Controllata e Garantita) del Picolit entro il 2003: è questo l’obiettivo che il direttivo del Consorzio di Tutela Colli Orientali, presieduto da Ivana Adami, ha preso nella sua ultima riunione. Una decisione che segna l’inizio del "conto alla rovescia", che seguirà una scaletta già definita in linea di massima: entro fine ottobre il Consiglio dovrà approvare la bozza di disciplinare (la cui stesura i tecnici del Consorzio stanno ultimando in questi giorni). Immediatamente dopo, vi sarà la fase della "divulgazione", sottoponendo la bozza all’attenzione dei soci, con una assemblea che, auspicabilmente, si terrà entro la fine dell’anno.

Inizierà quindi la fase della raccolta delle firme: per l’inoltro della domanda agli organi competenti (il Comitato nazionale vini DOC e IGT, che ha sede presso il Ministero delle politiche agricole) vi deve essere l’adesione di non meno del 35% dei produttori, che devono rappresentare almeno il 20% delle superfici vitate a Picolit iscritte all’albo vigneti della Camera di Commercio. Una volta avviata, la pratica passa all’esame del Comitato nazionale vini, che può richiedere chiarimenti e integrazioni; se non vi saranno obiezioni, ricorsi o intoppi, è realistico pensare che la decisione finale potrà arrivare entro fine 2002 – inizio 2003, in tempo quindi per "garantire" la vendemmia del 2003.

"Il progetto per portare il Picolit alla D.O.C.G. – spiega la presidente, Ivana Adami – era già stato avviato dal Consorzio nel ‘95 ma tutto si era arenato per mancanza di dati tecnici e scientifici sulle uve e sui vini". Un paio d’anni fa, grazie ai fondi comunitari dell’obiettivo 5B, il Consorzio ha commissionato all’università di Udine uno studio interdisciplinare per approfondire non solo gli aspetti tecnico-produttivi ma anche le strategie commerciali utili alla valorizzazione di questo vino.

"Proprio da questo studio – continua la Adami – abbiamo tratto gli elementi di conoscenza che erano necessari per redigere un disciplinare che mettesse d’accordo i produttori su alcuni aspetti fondamentali della vinificazione del Picolit: come, per citare i più importanti, l’appassimento delle uve e le tecniche di affinamento di legno del vino. La grande partecipazione dei produttori al convegno tenutosi a Cividale nello scorso luglio, quando cioè sono stati resi pubblici i risultati della ricerca, è stata recepita dal Consiglio direttivo come un invito ad andare avanti con decisione".

La produzione di Picolit (il 90% della produzione friulana viene dai Colli Orientali del Friuli) è significativa non per la quantità (stimata attualmente in 300 mila bottiglie da 0,5 litri) ma per la sua immagine di "vino da meditazione" di altissima qualità. Un vino che, dopo gli splendori ai quali venne portato nel 1700 dal conte Asquini che lo fece conoscere nelle corti di mezza Europa, ha conosciuto un periodo di relativo oblio prima di essere riscoperto, negli ultimi anni, anche grazie ad alcuni produttori che lo hanno portato ai primissimi posti tra i vini da dessert italiani e del mondo.